I personaggi psichici che ci abitano.
- Teresa Distefano
- 3 mag
- Tempo di lettura: 3 min
Dentro ognuno di noi c’è un piccolo teatro. Alcuni personaggi recitano sempre sul palco, altri si nascondono dietro le quinte. A volte fanno capolino in un momento di rabbia, o di innamoramento improvviso.
Altre volte si travestono da "io", ma se ascolti bene... non sei tu a parlare.
La verità è che non siamo uno, siamo tanti.
Non nel senso patologico, ma nel senso poetico e profondo: l’essere umano è molteplice. Dentro di noi convivono voci diverse, istanze contrastanti, sogni che cozzano tra loro, paure che si sovrappongono ai desideri.
Chi abita dentro di te?
Forse conosci bene il Critico Interiore, quello che non è mai soddisfatto, che giudica, corregge, pretende la perfezione.
O forse ti capita spesso di incontrare il Bambino Ferito, che ha paura di essere abbandonato, e per questo cerca costantemente conferme.
C'è anche il Sabotatore, astuto, che si traveste da prudenza ma in realtà ha solo una gran paura del cambiamento.
Poi c’è la Musa, quella parte creativa, sognante, che ti sussurra idee meravigliose… ma solo quando ti fermi.
E magari ogni tanto compare anche il Guerriero, pronto a difenderti, anche quando nessuno ti sta attaccando.
Questi personaggi non sono errori di sistema. Sono aspetti dell’anima. Parti psichiche nate per proteggerti, guidarti, farti sopravvivere.
Ascoltarli, non combatterli.
Il vero lavoro non è zittire queste voci. È riconoscerle, nominarle, dialogarci.
Non si guarisce diventando uno solo: si guarisce diventando il regista consapevole del proprio teatro interiore.
È lì che inizia la vera trasformazione: quando puoi dire “ah, adesso sta parlando il mio Giudice” invece di dire “questa è la verità assoluta su di me”.
Un piccolo esercizio:
IL TUO CONSIGLIO INTERIORE
(Ti propongo un gioco semplice e potente)
Prendi carta e penna.
Scrivi i nomi di 5 personaggi psichici che ti abitano. Puoi inventarli, dargli nomi buffi o simbolici.
Descrivili come fossero personaggi di un romanzo: che aspetto hanno? Cosa vogliono da te? Di cosa hanno paura?
Immagina che si riuniscano intorno a un tavolo: cosa si direbbero?
E tu, come regista, cosa vuoi ascoltare davvero?
Siamo una moltitudine sacra.
Imparare a conoscere chi ci abita dentro è un atto di amore e di potere personale.
Non siamo pazzi perché sentiamo più voci: siamo vivi.
Come insegna la filosofia perenne:
"Siamo uno nella molteplicità e molteplicità nell’Uno."
— rielaborazione ispirata alla filosofia neoplatonica e alle tradizioni sapienziali orientali
Eppure, c'è un passo ulteriore: tornare alla Presenza.
Perché solo nella Presenza – quel centro silenzioso e luminoso che non si identifica con nessun personaggio – ogni voce trova spazio, ogni parte viene vista, ascoltata, amata.
La Presenza non prende posizione. Non giudica.
È lo sguardo che osserva, l’ascolto che accoglie, la quiete che trasforma.
Quando siamo presenti a noi stessi, il Critico si scioglie nel bisogno di protezione, il Bambino Ferito trova finalmente un abbraccio, il Guerriero depone le armi.
Ogni personaggio interiore, accolto nella luce della consapevolezza, cessa di dominare e comincia a dialogare.
Non ha più bisogno di urlare per farsi sentire.
Perché nella Presenza, ogni parte è già accolta.
Essere la Presenza vuol dire smettere di identificarci con una voce sola.
Non siamo solo il dolore, la paura, la rabbia, l’euforia o la stanchezza.
Siamo colui che guarda tutto questo, con occhi di compassione.
E allora la molteplicità non ci divide più: diventa danza, coralità, ricchezza viva.
Ogni personaggio, invece di essere un nemico da combattere, diventa una parte dell’anima che ritorna a casa.
Non sei rotto. Sei vasto.
E nella vastità della tua Presenza, tutto può essere visto, abbracciato, guarito.
Teresa, Life Spiritual Coach
351 352 9184

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